Salve a tutti!
Eccomi di nuovo qui a scrivere di cinema tanto per cambiare ahahah!!
Oggi ho visto un paio di film ma comincerò parlandovi di questo "Albert Nobbs".
Era parecchio tempo che questo titolo restava così a ronzare in lontananza nel mio cervello, come una zanzara anche un po' fastidiosa che proprio non ha intenzione di lasciarci in pace.
Continuavo a ripetermi che come titolo doveva essere interessante, e che avrei dovuto vederlo, ma per un qualche incognito motivo, forse anche la scarsa promozione che in parte ha avuto questo film, ho rimandato il momento, quando oggi, nell'attimo in cui mi è ritornato in mente, ho deciso che l'avrei assolutamente visto.
Albert Nobbs è un attempato uomo che fa il cameriere nell'hotel gestito da una nobile duchessa decaduta. Persona di poche parole, schiva, ma sempre puntuale e ligia al proprio dovere, vive risparmiando tutte le proprie mance e il proprio stipendio senza concedersi mai uno svago o un lusso che possa ripagarlo almeno in parte del proprio duro lavoro.
Questo è quanto appare allo spettatore e a tutti gli ospiti dell'albergo in cui lavora l'uomo, ma la realtà è molto differente, infatti Albert Nobbs è una donna.
Un giorno in seguito alla necessità di ridipingere alcuni ambienti dell'hotel, la donna si vede costretta a dividere il proprio letto con l'imbianchino ed è così che viene smascherato il suo segreto se non per scoprire subito dopo a sua volta che anche il fantomatico "imbianchino" è una rappresentante del gentil sesso.
Questo incontro cambierà la concezione che aveva avuto del mondo fino a quel momento per portarla a desiderare cose che non aveva mai pensato di poter ottenere prima e sfuggire per sempre alla solitudine della propria vita, facendole credere che forse anche lei può permettersi di sperare che i sogni possano realizzarsi un giorno.
Il soggetto della pellicola è sicuramente accattivante, "Albert Nobbs" ha di base tutto quanto serve per non annoiare lo spettatore coinvolgendolo in una storia affatto banale e leggermente melanconica.
Questo sarebbe stato il suo potenziale in effetti. Purtroppo tale potenziale non è stato sfruttato così come avrebbe dovuto, il film si trascina lentamente prendendo in considerazione tanti temi importanti quali, la condizione della donna alla fine dell '800 e gli inizi del '900, l'amore omosessuale da parte di una donna, il concetto del matrimonio omossessuale tra due donne, l'eterna chimera di quella cosa chiamata felicità che noi tutti inseguiamo senza mai raggiungere. Così tante tematiche per un film che forse avrebbe dovuto concentrarsi su una sola, quella centrale e principe ovvero la storia di Albert Nobbs.
Sicuramente il film si incentra su questo personaggio ma non riesce a farne del tutto il suo protagonista, quasi fosse una macchina da presa impegnata nello spasmodico tentativo di riprendere tante cose senza però soffermarsi mai abbastanza su nessuna.
Nello spettatore si crea un sentimento di incapacità di immedesimarsi nella storia che viene narrata in modo consequenziale e piatto, senza riuscire nemmeno a commuovere chi guarda la miseria che si trova davanti.
Il regista ha scelto il tema della commiserazione, ma personalmente mi è riuscito difficile commiserare un personaggio che dimostra, pur nella sua fragilità e ingenuità estrema, una tale forza d'animo e di carattere, un tale ottimismo e un tale amore per la vita e per i suoi sogni.
Quasi che il film volesse dirci invece che quando una donna sceglie di guadagnarsi il rispetto e la dignità al pari di un uomo questa è penosa e misera.
Anche se non credo che fosse questo che il film voleva comunicare è proprio questo che finisce per renderla tanto stonata, la forza che dimostra l'una (la protagonista) invalida il concetto che mostra l'altro (il film) e tale contrasto nuoce al ritmo narrativo che cade in una chiara incoerenza che disorienta.
Perciò dovremmo commuoverci? Dispiacerci per la storia della protagonista?
Rassegnarci al messaggio che il mondo e la vita sono uno schifo?
Io credo di no. Infatti quello che mi è dispiaciuto è stato il modo in cui la vicenda è stata raccontata ma non la vicenda in sé.
Rassegnarci al messaggio che il mondo e la vita sono uno schifo?
Io credo di no. Infatti quello che mi è dispiaciuto è stato il modo in cui la vicenda è stata raccontata ma non la vicenda in sé.
Peccato, davvero peccato, perchè se il tutto fosse stato diretto in modo diverso probabilmente Glenn Close, attrice che premetto non mi piace più di tanto, avrebbe vinto il premio Oscar.
La sua è stata un'interpretazione magistrale, davvero ben riuscita e sentita, senza di lei il film di certo non meriterebbe di essere visto.
Buona anche l'interpretazione di Mia Waiskowska.
Del resto come sempre l'Accademy ha saputo evidenziare il meglio tanto che non possono stupire queste due candidature all'Oscar.
Come concludere dunque?
Ebbene un film che va visto certo, per gli amanti del cinema che non vogliono perdersi la migliore performance della Close e per tutti coloro che hanno un debole per le storie pregne di decadentismo ma che ancora cercano di trattenere un retrogusto di verismo nella vana scimmiottatura di uno dei migliori racconti del "ciclo dei vinti" del nostro Giovanni Verga.
Buona visione e alla prox!
Sae.
Come concludere dunque?
Ebbene un film che va visto certo, per gli amanti del cinema che non vogliono perdersi la migliore performance della Close e per tutti coloro che hanno un debole per le storie pregne di decadentismo ma che ancora cercano di trattenere un retrogusto di verismo nella vana scimmiottatura di uno dei migliori racconti del "ciclo dei vinti" del nostro Giovanni Verga.
Buona visione e alla prox!
Sae.
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