giovedì 30 maggio 2013

Il grande Gatsby

Pubblicato da Sae alle 08:11



Salve a tutti! Come avete passato questo fine settimana? Spero bene! Per me non è andato troppo male. 
Ieri sera io, mia sorella con il suo ragazzo siamo andati a vedere "Il grande Gatsby". 

Ultimamente a mia sorella è presa la mania per Leonardo Di Caprio, dal momento che le piace come attore e che lo ritiene molto bravo trova che sia un'ingiustizia che non abbia ancora vinto l'oscar, quindi da questo momento in poi ha deciso che vedrà tutti i suoi film fin quando non avrà la soddisfazione di vederlo con la prestigiosa statuetta tra le mani XD

Quindi siamo andati al cinema pronti a gustarci questo bel filmone firmato Buz Lurmann.
Premesso che presa dall'euforia del momento mia sorella si è messa a leggere tutto quello che riguardava Leonardo Di Caprio e quindi volenti o nolenti abbiamo saputo il finale del film prima di riuscire a vederlo. X°°°°°°°D

Io la storia la conoscevo a grandi linee, avevo letto qualche brano del libro in passato in omaggio del grande Fitzgerald e molti anni or sono avevo visto la trasposizione cinematografica in versione Farrow/Redford/Coppola; ma ormai l'avevo praticamente dimenticato. 

Arriviamo al film.
La storia narra di un giovane uomo che sta per cominciare la sua vita e ansioso di trovare la sua strada decide di diventare un borsista a New York e proprio a questo scopo, nonostante la sua passione per la letteratura, decide di andare nel West End per studiare e cominciare a lavorare. 
Affitta una piccola e modesta casa sulla baia, vicina a una grande abitazione, tanto grande da sembrare un castello il cui proprietario si chiama Gatsby.
Dall'altra parte della baia nell'East End, ovvero nei quartieri alti e più raffinati, abita una sua cugina, Daisy sposata a un vecchio compagno di università e famoso campione di polo, Tom Buchanan.
Travolto dalla grande e corrotta società newyorkese, il giovane si trova coinvolto in una girandola di avvenimenti che lo porteranno un epilogo dal sapore dolceamaro.

La critica del famoso festival di Venezia non è stata clemente con l'ultimo lavoro di Lurhmann, al contrario la freddezza con cui questo è stato accolto può essere paragonata solo a quella di un inverno artico polare.

Onestamente non comprendo tanta distanza da quello che a mio modo di vedere è un ottimo prodotto e un ottimo lavoro.
Certo la direzione di Buz Lurhmann è come sempre abbagliante e forse un tantino confusionaria all'inizio, ma ci troviamo davanti a una scelta registica personale, che contraddistingue ogni lavoro di questo professionista. Quindi trovo che chiunque avrebbe dovuto aspettarsi la moltitudine di girandole di suoni e colori che ci si ritrova a vedere davanti con "Il grande Gatsby". Storcere il naso in un atteggiamento fin troppo snobistico a un'originalità di rappresentazione tanto ben riuscita, credo che sia un modo di concepire il cinema assolutamente nocivo.

Eccettuato un inizio forse poco convincente e leggermente disorientante per lo spettatore, unito a una durata forse un tantino eccessiva, questo film resta una eccellente prova di trasposizione cinematografica di uno dei capolavori del grande Fitzgerald.
Onestamente avendo visto per scrupolo le altre trasposizioni cinematografiche ho trovato questa di Lurhmann quella meglio riuscita in assoluto, anche paragonata alla versione Farrow/Redford/Coppola.

Il carattere e la complessa personalità di Jay Gatsby vengono perfettamente rese da un superlativo Di Caprio che si dipinge addosso il personaggio quasi come un guanto, e se in taluni momenti avesse mantenuto la sua recitazione più semplice evitando il suo diciamo "vizio" di strafare allora sicuramente sarebbe stato forse il suo ruolo migliore dopo Titanic.

Le musiche sono state spettacolari per tutta la durata del film, perfettamente combinate con quello che si voleva comunicare, senza uscire per questo dalla corretta rappresentazione della società di quel tempo.

I costumi e le scene anche molto belle così come la fotografia che ha colto il giusto equilibrio tra un mondo reso opaco dall'eleganza del passato e la brillantezza di quel presente che si affannava alla ricerca del futuro.

Unica cosa che non è stata all'altezza di tutta questa meravigliosa cornice creata dall'estro del regista è stato il cast artistico, vale a dire gli interpreti.
Eccetto il grandioso Di Caprio e il suo antagonista, abbiamo qui un narratore, Toby Mcguire, che avrebbe dovuto ispirare negli altri personaggi stima e rispetto ma che tutto quello che ispirava era di dargli un'amichevole pacca sulla spalla nella speranza che non cacciasse fuori qualche ragnatela alla Spiderman.
La giovane protagonista, che purtroppo non è stata assolutamente all'altezza del ruolo di Daisy,  magnificamente interpretato a suo tempo dalla Farrow,  era a mio parere eccessivamente giovane per la parte di una donna che ha già una figlia di 5 anni e un passato alle spalle.  La sua recitazione incerta rifletteva ancora una Daisy adolescente invece di una Daisy che aveva compiuto delle scelte che l'avevano portata alla sua vita attuale e al nuovo incontro con Gatsby.
L'ingenuità di Daisy, quale personaggio inteso nel libro, è solo una maschera, una finzione della buona società a cui ella appartiene, non la continua incertezza giovanile di una donna non ancora del tutto cresciuta che invece viene resa in questo caso.
E in questo caso abbiamo la più grande pecca del film. Purtroppo per due delle parti che sarebbero dovute essere essenziali alla comprensione della vera storia. In realtà l'unico davvero puro e ingenuo in tutta la vicenda nonostanta la sua maschera è proprio Gatsby.
Tutto il resto è mera finzione.

Forse in questo ha peccato il regista, nel tentativo di rendere più romantica piuttosto che tragica la vicenda di Jay Gatsby, ma proprio in questo si vede l'amore che egli ha per il personaggio.

Potrebbe essere stata questa patina di "forzato" amore romantico ad aver leggermente infastidito tutti coloro che hanno amato il libro nella sua complessità estremamente cinica, questo però di certo non è sufficiente a bocciare un prodotto tanto buono quale è questo.

Quindi che dirvi? Se ancora non lo avete visto andate a vedere "Il Grande Gatsby" senza ascoltare le critiche, aprite la mente, il cuore e lasciatevi coinvolgere dalla storia.

Buona visione! ^__^


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