mercoledì 19 agosto 2015

Everybody's gone to the rapture

Pubblicato da Sae alle 10:44


Salve a tutti! Quanto tempo eeeh? E' incredibile quanto scriva su questo blog a fasi alterne! Sono anni che ce l'ho ormai eppure non sono molto costante... spero però di essere utile per coloro che mi leggono o che capitano su queste pagine per caso. :)

Una cosa che non credo di avervi mai detto è che sono una grande amante dei videogiochi, non ho molto tempo da dedicarvi purtroppo, ma sono fornita di tutto punto per poterci giocare, ho infatti un ottimo computer, PS3, PS4, Wii, PS portable e anche DS... insomma sono organizzata come vi ho detto!

Devo aggiungere una nuova sezione... -___-

L'anno scorso mi sono imbattuta in un giochino niente male, più che un gioco un'avventura grafica in realtà che si chiamava "Dear Esther" ideato dalla Software House "The Chinese Room".

In realtà lo scaricai come gioco horror/thriller e mi ritrovai con un'esperienza che mi lasciò molto sopresa e piacevolmene soddisfatta. 
Era qualcosa a cui non avevo mai giocato e sia la storia che il modo di narrarla avevano fatto passare in secondo piano il fatto che le interazioni con l'ambiente circostante fossero ridotte all'osso e che da giocare in effetti ci fosse davvero poco. 

Quando qualche mese dopo lessi che "The Chinese Room" si stava cimentando nella creazione di un nuovo gioco che avrebbe avuto come probabile tema la fine del mondo, decisi che sicuramente vi avrei giocato, benché si preannunciasse una logevità piuttosto bassa dello stesso. 

Perciò quando solo ieri me lo sono visto su PSN pronto da scaricare mi sono detta che proprio non me lo dovevo lasciare scappare e così proprio ieri ho cominciato a giocarlo e l'ho anche finito! XD

Il gioco riprende le fila di "Dear Esther" che a me era piaciuto davvero tantissimo per la sua particolarità  e la sua dolcezza nel trattare un tema piuttosto forte.
Chi conosce il gioco sa di cosa parlo :)

Per chi invece non lo conoscesse si tratta di un gioco che si concretizza in un'avventura grafica, il racconto di una storia dove l'unica libertà del giocatore è quella di poter esplorare il luogo in cui si trova.

Con "Everybody's gone to the rapture" ci troviamo nella stessa situazione con la differenza dell'aggiunta di vaghissimi accenni di punta e clicca, molto vaghi davvero come poter rispondere al telefono, l'unico tasto azione che avremo infatti, parlo per coloro che hanno una console, sarà il tasto "X".

Lo scenario in cui ci troviamo all'inizio del gioco è quello dove siamo unici superstiti di una tragedia che sembrerebbe aver spazzato via l'intera popolazione di una città.
Siamo una scienziata donna di nome Kate Collins.


E' così che cominciamo a vagare per le strade deserte di un villaggio dello Shropshire.
Avremo la possibilità di visitare tutto il villaggio, anche le case disabitate eccetto quelle su cui troveremo affisso uno strano volantino che ci informa che l'abitazione è stata messa in quarantena a causa di un virus.

Durante il nostro vagare in questo paese fantasma verremo a contatto con delle sfere luminose o tracce di luce le quali avranno in compito di darci degli indizi per comprendere la storia degli abitanti e come si è arrivati alla tragedia.


Il gioco a tratti un po' lento, a causa delle immense esplorazioni dello scenario che ci circonda che sono davvero mastodontiche ma necessarie se si vuole conoscere ogni piccolo risvolto della storia, ci mostra uno scenario che comprenderemo un po' per volta unendo tutti i pezzi del puzzle, e conoscendo tutti i protagonisti della vicenda a partire da KateStephen, suo marito, Lizzie e a tutti gli altri personaggi, entreremo nell'intimità di queste persone scoprendo poco alla volta che non tutto è come appare e che noi tutti siamo parte di qualcosa di tanto più grande di noi che non sempre è un bene cercare di comprendere.
Il finale infatti risulterà al giocatore forse troppo filosofico e accennato, ma fortunatamente non al punto da inficiare l'intera bellezza del gioco. 



Che dire a me il gioco è piaciuto moltissimo, la storia è delicata e coinvolgente nonostante il ritmo non sempre fluido, sono inoltre convinta che bisogni rigiocare più di una volta per scoprire tutto.
Se siete amanti delle avventure grafiche allora non potete lasciarvi scappare l'ultima fatica di "The Chinese Room" in collaborazione con lo "Studio Santa Monica" software house che ha sfornato piccoli gioielli come "The Unfinished Swan", "Journey" e "The Order:1886".

In alcune recensioni che ho letto in giro ho notato che si parla di scarsa longevità, personalmente ritengo che questo non sia esatto, infatti, come già detto, inizialmente si era parlato di una sola ora di giocabilità per un gioco che ora ne ha più di 10 se si va di fretta, durata che per un'avventura grafica di questo tipo va più che bene a mio parere.

C'è da aggiungere però per chi ama l'action e dà poco peso alla storia e alla narrazione che questo non è di certo il gioco che fa per lui.

Allora buona giocata e al prossimo post! :)

Sae.

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