sabato 18 maggio 2013

La casa nel vento dei morti

Pubblicato da Sae alle 09:47


Orbene rieccoci qui salve a tutti!
Ieri sera eravamo io e mia sorella in preda ai morsi della fame per via della dieta... triste cosa ma necessaria, soprattutto per me,  io ero tornata tardi dal lavoro e lei era a casa quindi le ho chiesto se le andava di vedere un film.

La scelta non era fatta e così abbiamo guardato un po' che cosa si poteva prendere. 
Premesso che abbiamo guardato tanti primi inizi e nessun film alla fine perchè si era fatta quasi mezzanotte e io crollavo dal sonno!
Uno dei famigerati inizi è stato "La casa nel vento dei morti". Inizialmente non avevo compreso che si trattava di un film italiano, avevo letto a mala pena la trama mi sembrava interessante e avevo deciso di prenderlo. 
Quando durante i primi minuti di visione me ne sono resa conto, per un secondo avrei voluto dargli una possibilità in memoria di quel meritevole "Fairytale" di cui vi ho già parlato. 

Ma dopo i primi minuti, la misera qualità della pellicola, la scarsità recitativa degli attori e l'innegabile evidenza di un budget ridotto hanno indotto me e mia sorella a cambiare titolo. 

Stamattina però, dopo essere stata svegliata quasi all'alba da mio padre, ho voluto concedere un'altra possibilità al film, del resto sappiamo come nel nostro Paese i fondi per certi tipi di produzioni siano praticamente inesistenti, perciò ho deciso di valutare unicamente la sceneggiatura e la regia, nonché il montaggio. 

Ma prima andiamo alla storia. 
Attilio è un giovane pieno di ambizioni e deciso a rivoluzionare la sua vita, per poter vivere a modo suo e con la donna che ama, una prostituta conosciuta a Venezia mentre il giovane recitava in un film di infima qualità. 
Nel tentativo di conseguire la vita dei suoi sogni decide di rapinare un ufficio postale e recluta altri tre compagni. 
Attuato il colpo uno degli uomini resta ferito e nel tentativo di nascondersi dalla polizia questi si nascondono nei boschi. 
Vedendo il compagno ferito mortalmente Attilio non può fare altro che porre fine alle sue pene uccidendolo, ed è così che l'ormai terzetto caricatisi i soldi in spalla si avventurano nei boschi alla ricerca di un modo per fuggire. 
Dopo aver girato e ucciso duc cacciatori che facevano troppe domande gli uomini arrivano a un casale all'apparenza abbandonato ma dove vivono sole un gruppo di donne. 
Facendosi passare per degli escursionisti i tre chiederanno ospitalità a queste ultime. 
Arriva la notte e con essa arriva il terrore perchè le donne non sono poi così indifese come sembrano e forse sono leoni travestiti da agnello.

Inizialmente speravo in una storia originale, ma non è assolutamente questo il caso, poi ho sperato in una regia che potesse rendere il tutto quanto meno visibile, ma neanche questa è riuscita nello scopo. 
Volendo quindi tralasciare la bassa qualità della pellicola, la misera qualità della sceneggiatura, la pessima recitazione degli attori, con l'eccezione della vecchia pazza a cui darei la sufficienza, ignorando montaggio impossibile, fotografia orrenda e regia assolutamente nella media che cosa possiamo salvare in questo film?
Peccato a dirsi ma assolutamente niente se non forse il coraggioso tentativo delle musiche di creare la giusta atmosfera.

Sono facilmente intuibili le fonti ispiratrici del lavoro, infatti non ho potuto evitare di notare l'involontario riferimento alla direzione ben nota del famoso regista Pupi Avati.
Sicuramente un regista che può dare ispirazione ma che purtroppo non si può emulare nel modo di dirigere dei film magari anche privi di sceneggiatura determinanti ma che lui riesce a rendere pieni di trepidazione e suspance, nonostante alcune volte ci siano dei ritmi incredibilmente lenti. 
Pupi Avati è maestro di questo genere e tale modo di dirigere è suo e credo anche sia il suo marchio di fabbrica per così dire. L'ammirazione a un tale modello è comprensibile ma purtroppo non emulabile. 
Se dico questo è perchè il tono incredibilmente lento del film e soprattutto il modo in cui è trattato il concetto delle donne pazze che si divertono a torturare gli uomini che vogliono dominarle o comandarle, mi ricorda quel famoso "La casa dalle finestre che ridono".
Film magistrale quello che al termine lascia un senso di profonda inquietudine nonchè disturbo ma che non può essere emulato.
Anche l'arrivo fortuito della polizia sul finale lo troverei un chiaro riferimento. 
Insomma, non possiamo salvare questo coraggioso tentativo di film horror/thriller made in Italy nemmeno volendo. 
Avanti un po' di innovazione! Almeno un po' di originalità! 
Nel corso della storia del cinema grandi nomi hanno dimostrato che si può fare un buon film anche con un budget molto limitato se si sa lavorare. Non nascondiamoci dietro questa scusa solo per evitare di fare il meglio perchè di meglio si può sicuramente fare.

Un film che non posso consigliare dunque, a meno che non voglia che chi legga queste pagine mi mandi qualche anatema!

Be' buona visione e alla prox!

Sae.



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